Terra e Colore  laboratorio ceramico artigianale

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ROCCA DEI PAPI

Montefiascone, Rocca dei Papi. Storia La Rocca Papale sorge sulla sommità del colle in una posizione da sempre considerata strategica per la possibilità di dominare una vasta area circostante. Le varie culture, che si sono alternate nel corso dei secoli sulla vetta del colle, hanno infatti lasciato tracce sufficienti a confermare una frequentazione che, documentata già in epoca eneolitica, si spinge sino ai nostri giorni. Proprio per la sua particolare posizione strategica il castello fu scelto dai pontefici quale sede del Rettore del Patrimonio di San Pietro e, successivamente, destinato a loro residenza nei periodi estivi. Dal XIII secolo in poi, pressoché tutti i papi si occuparono in vario modo della Rocca realizzandovi ampliamenti e fortificazioni. Nel 1207, il pontefice Innocenzo III pose Viterbo a capo della regione del Patrimonio di S. Pietro in Tuscia ma scelse Montefiascone quale sede del Rettore. A questo scopo egli “fece disfare le case che erano tra il palazzo e il castello, ed innalzò due muri sino all’antica cinta, nella quale fece aprire una larga porta, onde il fortilizio avesse ingresso non solo colla terra, ma anche a se particolare...” I lavori eseguiti dal pontefice fanno presupporre l’esistenza di una precedente struttura fortificata, della quale però non si conosce né l’aspetto, né l’epoca precisa di fondazione. Essa fu tuttavia radicalmente trasformata dall’intervento di Innocenzo III e da quelli voluti dai suoi successori. Interventi successivi vennero fatti realizzare da papa Gregorio IX, che fortificò sia la Rocca di Montefiascone che quella di Radicofani; da Niccolò III; da Urbano IV, negli anni 1261-1262; e da Martino IV, che tra il 1281 e il 1282 “...rivolse quindi le sue cure a Montefiascone e ridusse a rocca la torre fabbricatavi da Urbano IV, e la contigua casa a nobile palazzo, che pure abitò...”. Nel 1321 papa Giovanni XXII ordinò al Rettore Guittone, Vescovo di Orvieto e al Tesoriere Manfredo De Montiliis che la Rocca di Montefiascone fosse “...assicurata contro ogni pericolo di occupazione, la quale potendo anche proditoriamente avvenire per il gran concorso di gente durante le udienze giudiziali che vi si tenevano, già stato causa di gravi scandali, fece premura perché fosse presto condotto a termine l’apposito edificio o loggia cominciata a costruirsi fuori della rocca...” Durante il periodo della crisi di Avignone la Rocca di Montefiascone costituì il centro degli affari politici dell’intero Patrimonio di San Pietro. Il Rettore, quale rappresentante del Pontefice assente, vi esercitava le sue funzioni, fra cui quella del conio della moneta papalina e quella della convocazione dei Parlamenti, cioè delle solenni assemblee di nobili, prelati e rappresentanti dei Comuni, necessarie per comunicare le disposizioni papali e permettere l’esposizione dei vari problemi amministrativi. Oltre ai rettori vi dimorarono, con la propria corte, i legati mandati da Avignone a riformare lo stato della provincia. Il cardinale Egidio Albornoz vi trascorse tutto l’inverno tra il 1353 e il 1354 nei preparativi bellici per la riconquista del Patrimonio. Restaurata dall’Albornoz l’autorità papale, altre rocche s’innalzarono nelle città assoggettate fra cui a Viterbo, dove si trasferì il rettore del Patrimonio, non abbandonando però quella di Montefiascone nella quale Urbano V gli impose di risiedere il più possibile, essendo per la sua centralità più facilmente accessibile dalle diverse località del Patrimonio. Lo stesso Urbano V la scelse come residenza estiva negli anni del suo soggiorno in Italia (1367-1370) e volle eseguirvi importanti lavori di ristrutturazione, compresa la realizzazione di una grande cisterna scavata nel piazzale antistante il palazzo]. In seguito, verso la fine del XV secolo, su commissione del duca Cesare Borgia, Antonio da Sangallo il Vecchio disegnò un progetto di ristrutturazione della rocca, che venne dotata del bastione di nord-est e riadattata alle nuove esigenze belliche sorte con l’uso della polvere da sparo e dei cannoni. Nei primissimi anni del XVI secolo, papa Giulio II, di passaggio a Montefiascone, ordinò la continuazione dei restauri della Rocca e affidò la direzione della fabbrica ad Antonio da Sangallo il Giovane. È al Sangallo che dobbiamo infatti il progetto del cortile rinascimentale interno ed il consolidamento delle mura di cinta. I lavori si conclusero nel 1516, l’ultima opera costruita fu la loggia voluta da Leone X e realizzata da Antonio da Sangallo il Giovane in collaborazione con il fratello Giovan Battista. Parte della critica attribuisce a Paolo III Farnese la responsabilità dell’inizio della decadenza del monumento. Egli, infatti, avrebbe voluto porre Montefiascone a capo dei possedimenti di casa Farnese ma, il rifiuto della città, lo avrebbe indotto a trasferire i cannoni della Rocca al Forte da lui eretto a Perugia. Fermo restando l'ipotetico risentimento nei confronti di Montefiacone, lo spostamento dei cannoni derivò da cause logistiche. Montefiascone fu inoltre privata della Rettoria del Patrimonio di San Pietro in Tuscia a favore di Viterbo e questo contribuì all’abbandono e alla rovina del monumento. L’architetto Carlo Fontana, eseguì alcuni disegni che costituiscono un prezioso documento per conoscere l’aspetto e le forme del complesso, prima dello smembramento dovuto al prelievo di materiale riutilizzato in altre fabbriche all’interno della città. Alla fine del Seicento la Rocca venne ceduta in enfiteusi al cardinale Barbarigo, che prelevò da essa materiale per la costruzione del Seminario e utilizzò le strutture sopravvissute come magazzino e stamperia. Nel 1870 venne confiscata dal Governo italiano e quindi ceduta al Comune. Descrizione Il complesso presenta una pianta di forma trapezoidale che in origine doveva avere tutti e quattro gli angoli occupati da torri. Oggi si conserva intatta solo quella di nordovest, dalla quale si diparte un corpo di fabbrica a forma di L, mentre sono evidenti la parte basamentale di quella di sudovest e parte della torre di sudest. Nell’angolo di nordest è presente un bastione di pianta quadrilatera che quasi certamente andò a sostituire la torre che doveva sorgere in questo angolo. Le torri erano collegate tra loro da corpi di fabbrica a diversi piani, rimasti integri ai lati della torre di nordovest, mentre, nel lato sud, sopravvivono soltanto i resti della facciata. Nella parte bassa emergono i resti di probabili muri di tramezzo e alcune finestre tamponate, mentre la parte rivolta verso la città presenta dei robusti contrafforti quadrangolari. Ad essa si addossano la parte basamentale della torre di sudovest e quanto rimane di quella di sudest. L’attuale Palazzo è articolato in due piani e un sotterraneo. Al piano terra si trova una stanza principale di forma quadrangolare, caratterizzata nella parte alta delle pareti da una serie di lunette su peducci, dalla quale, attraverso una serie di porte, si accede a sette vani minori comunicanti tra di loro. In questi ambienti è stato di recente allestito il Museo dell’Architettura di Antonio da Sangallo il Giovane. Il piano superiore è invece composto da due grandi sale rettangolari, presenta un soffitto a capanna scandito da grandi archi a tutto sesto e vi si accede sia dal piano terreno, passando dalla torre angolare di nordovest, sia dall’esterno, attraverso la scalinata che sovrasta il portico sottostante. Il sotterraneo è costituito essenzialmente da un grande ambiente di forma rettangolare voltato a botte a cui si accede da una apertura a lato della loggia, detta di Leone X. Attribuita ad Antonio da Sangallo il Giovane, la loggia, che in origine racchiudeva un cortile rettangolare, sopravvive oggi in tre arcate del braccio ovest, sulle quali poggia la balaustra di un terrazzo, e in due di quello nord, che sostengono la scalinata che immette al piano superiore del Palazzo. Sui pilastri che sorreggono le arcate si trovano due iscrizioni che riportano la data 1516 e il nome di Leone X. Il prospetto rivolto a est presenta, nella parte inferiore a sinistra, una porta inserita fra i resti di un muro troncato e al centro una finestra a sesto ribassato. Il lato ovest presenta numerose finestre disposte su tre ordini e reca nella fascia intermedia i segni di una loggia che doveva affacciarsi sul lago di Bolsena, oggi completamente distrutta.

FORTRESS OF THE POPES

The History The fortress of the Popes rose from a summit of a hill in a position that has always been considered a strategic location because it holds the power to dominate the entire area. The various cultures that have alternated in dominance over the course of the centuries have left sufficient traces to confirm their presence. There are traces from the copper age until now. Because of the strategic location, this castle was chosen by the popes as the seat of the Rector of the Patrimony of the Catholic church, and chose this location as their summer residence. From the 13th century on, nearly all the popes that occupied the Rocca added extensions and fortifications to the structure. In 1207, Pope Innocenzo III placed Viterbo at the head of the region of the Patrimony of St. Peter in Tuscia. However, he chose Montefiascone as the seat of the Rector. In order to make this building the seat of the Rector of the Patrimony of St. Peter, Pope Innocenzo III ordered the homes between the palace and the castle to be destroyed and in their place, a large door was erected. This door became the main entrance into the fortress. Interventions are known to have been made by: Gregorio IX, Niccolò III, Urbano IV, Martino IV and Giovanni XXII During the period of the crisis of Avignon, the Fortress of Montefiascone constituted the center of political affairs for the entire Patrimony of St. Peter. The Rector, as the representative of the Pope absent, performed his duties here, including the issuing of papal currency and presided over the convocation of Parliaments, the assembly of nobles, bishops and representatives of the municipalities that allowed the communication of papal provisions. Other than the rectors that lived here, with their courts, ambassadors were sent here from the Avignon Papacy in order to reform the status of the province. The Cardinal Albornoz spent the 1353-54 winter there, in order to prepare for the reconquest of the Patrimony. Once Cardinal Albornoz restored papal authority, he erected fortresses in other cities, including Viterbo. He never abandoned Montefiascone because Urbano V required him to reside here as often as possible because of the strategic location that allowed centrality and accessibility to the rest of the Patrimony.   The same Urbano V chose this location as a summer residence during his years in Italy (1367-1370). During his time, he ordered many renovations. Over the years, many others ordered transformations as well. In the late 15th century, Duke Cesare Borgia commissioned Antonio da Sangallo the elder to draw up a renovation project. In the early 16th century, Pope Giulio II, ordered continued restoration of the fortress. He commissioned Antonio da Sangallo the Younger for this. In 1516, the last transformation, a loggia commissioned by Leone X, was completed by Sangallo. Some critics attribute the disrepair of the monument to Paolo III Farnese. Paolo III wanted Montefiascone to become the head of the Farnese family holdings, but the city refused, and this would have caused him to make un-strategic moves of some of his military holdings. Later, Montefiascone was deprived of the Rectory of the Patrimony of St. Peter in Tuscia, in favor of Viterbo, and this loss contributed to the abandonment of this building. At the end of the 17th century, the castle was sold to Cardinal Barbarigo who took materials from the building to construct the Seminary. In 1870, the building was confiscated by the Italian government, and was later sold to the City. Description. The current complex has a trapezoidal shape that originally had all four corners occupied by towers. Today, only the northwest tower is preserved. In the northeast corner is a bastion that was thought to have replaced a tower once in this location. Buildings of different sizes once connected the towers. Some of the connecting buildings remain on the northwest side of the complex, but all the remains on the south side are the façade of a once-present building. On the lower part of the façade, the remains are likely to have been partition walls, with some buffered windows. The part of the building that faces the city are strong quadrangular buttresses. The current building is divided into two floors and a basement. On the ground floor, the main room is found, and is characterized, on the upper parts of the walls, by lunettes on corbels. From these, a series of door lead to seven smaller rooms that are linked together. In these rooms, the Museum of the Architecture of Antonio da Sangallo the Younger has been set up. The upper floor is composed of two large rectangular rooms, which have gabled ceilings puncturated by large arches. The basement essentially consists a large room in the form of a rectangular barrel vault, which is accessed by an opening in the side of the Leone X’s loggia.  The loggia, which originally contained a rectangular courtyard, has been attributed to Antonio da Sangallo the Younger. The surviving parts of it are three arches on the west arm. On the pillars that support the arches, there are two inscriptions that mention the date 1516 and the name Leone X. The east facing façade is home to a door inserted among the remains of a truncated wall in the center of a window with segmented arches. The west façade is home to numerous windows and contains parts of a room that used to overlook lake Bolsena. This has been completely destroyed. Today the restored and embellished castle is often used for cultural events. The lower halls of the fortress host the Museum of Architecture “Antonio da Sangallo the Younger” (1484-1546) which displays wooden sculptures by Sangallo relating to buildings of Rome and Northern Lazio. The present setting, renovated in the 1980’s thanks to regional contributions, displays a series of beautiful plastic models and a wide series of panels portraying the most significant works of the Renaissance artist. On leaving the museum, you can visit the Pilgrim Tower from where you can enjoy an outstanding view. It was opened on the 25th of September 2005 by some members of European Association of Via Francigena.

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